La patologia tumorale può essere associata alle problematiche psicologiche per cui stiamo assistendo ad un crescente interesse dell'oncologia medica nei confronti delle scienze psichiche, nell'ottica di un'integrazione di tipo bio-psico-sociale.

In questo tipo di prospettiva è stato proposto quindi un modello multifattoriale che prende in considerazione il ruolo patogenetico di diversi ordini di fattori : quello cellulare, quello ambientale e quello psichico coinvolti tutti nell'insorgenza delle neoplasie.

La psico-neuro-endocrino-immunologia è una scienza che considera i risvolti neurologici, endocrini ed immunologici dipendenti da fattori psichici.

La depressione, ad esempio, sarebbe caratterizzata da numerose alterazioni dell'immunità cellulo-mediata e tumorale.

 

Numerosi studi hanno dimostrato che modificazioni dei neuro trasmettitori possono modificare il decorso delle neoplasie : ad esempio il potenziamento del tono noradrenergico e dopominergico ha determinato in alcuni animali da laboratorio una riduzione della crescita della massa tumorale. Sul fronte neuro-endocrino, invece, si è verificato come un aumento delle encefaline abbia un effetto positivo sull'andamento delle patologie tumorali sia potenziando l'effetto dell'attività dei linfociti natural-killer , sia inibendo la crescita neoplastica, sia limitando la metastatizzazione nei tumori da laboratorio.

L'impiego delle tecniche di rilassamento e del training autogeno attraverso la visualizzazione di immagini mentali , è correlata ad una a maggiore sopravvivenza rispetto ai pazienti non trattati,  grazie, probabilmente all'incremento dell'attività delle cellule natural-killer.

In sostanza, la patologia tumorale inoltre, potrebbe trarre un discreto vantaggio anche dalla psicoterapia familiare. Il sintomo, infatti, esprime nel paziente un disagio ed una sofferenza che sollecitano anche un cambiamento nelle relazioni interpersonali.

La psicoterapia, quindi, potrebbe favorire un miglioramento della sintomatologia somatica riferita dal paziente portandolo ad una qualità di vita sicuramente migliore.

Atraverso la terapia di gruppo, invece, il paziente può migliorare le relazioni con l'ambiente esterno, incrementare la  progettualità ed indurre una maggiore capacità di gestione del dolore.

Alla luce di quanto sostenuto si evince che il paziente, anche quello neoplastico, necessita di un approccio olistico dove mente e corpo sono visti come due entità  non separate ma che comunicano e diventano un'unica entità.

 

Alberto Dea

Rita Sommacal