Negli ultimi anni si ritiene ormai sorpassata la distinzione tra malattie “organiche “ e “funzionali”. Si ritiene , invece, che molti siano i fattori che scatenano una malattia e tra questi , quelli psicologici e sociali sono tenuti sempre in più grande considerazione. Quindi la comprensione psicologica del paziente da parte del medico diventa una risorsa importante quanto il farmaco.
I Conflitti psicologici , infatti, le turbe emotive e/o nevrotiche influenzano la natura, la durata, il decorso e addirittura la resistenza farmacologica della malattia stessa.
Lo stress prolungato, l’ansia prolungata e alcune emozioni, possono innescare delle disfunzioni del Sistema Nervoso Autonomo turbando l’abituale equilibrio e inducendo delle alterazioni funzionali e addirittura organiche nei vari sistemi interessati.
Engel e Schmale hanno studiato le reazioni in caso di “perdita” ed hanno concluso che le malattie psicosomatiche si manifestano con maggior probabilità quando la perdita da ‘ luogo a senso di impotenza e irreparabilità .
Le malattie psicosomatiche si possono suddividere in:
- SINTOMI DI CONVERSIONE: i sintomi hanno un significato simbolico e si possono considerare un tentativo di risolvere un conflitto (es. la diarrea come tentativo simbolico di eliminazione di un problema)
- SINDROMI FUNZIONALI: in questo caso il sintomo individuale non ha significato specifico ma rappresenta semplicemente la conseguenza di una funzione corporea alterata
- MALATTIE PSICOSOMATICHE VERE: in quest’altro caso sono rilevabili delle lesioni tissutali obiettivabili (ad esempio l’ulcera gastrica) quale conseguenza a reazioni di conflitto, ansia o stress.
Alberto Dea
Rita Sommacal